Riservatezza e “obbligo di fedeltà” sono alcune delle clausole che i dipendenti di Medihospes Albania hanno dovuto sottoscrivere per iniziare a lavorare nelle strutture di Shëngjin e Gjadër. Gli operatori lamentano cattiva gestione e licenziamenti improvvisi. A un anno dall’aggiudicazione dell'appalto, la prefettura di Roma e il gestore non hanno ancora firmato il contratto. Mentre il governo ha riavviato i trasferimenti nella massima opacità. La nostra inchiesta| Altreconomia
Il braccio operativo della cooperativa sociale romana è una Srl con l'equivalente di poco più di 10mila euro di capitale. Potrà svolgere diverse attività: dai luoghi di confinamento previsti dal protocollo Italia-Albania fino all'accoglienza di migranti stagionali (e non). Il rappresentante legale è Giuseppe Camillo Aceto che detiene il 25% delle quote. Sconosciuti gli altri soci. L'apertura delle strutture è più vicina| Altreconomia