Prima era stato Volodymyr Zelensky, quindi Mark Rutte. Se pochi giorni fa a tirare in ballo l’Italia come possibile obiettivo di missili russi, giovedì è stato il segretario generale della Nato a citare Roma come “meta” di attacchi del Cremlino. Parole che lambiscono un vero e proprio terrorismo psicologico: ad oggi infatti non esiste alcuna […]| L'Unità