Riservatezza e “obbligo di fedeltà” sono alcune delle clausole che i dipendenti di Medihospes Albania hanno dovuto sottoscrivere per iniziare a lavorare nelle strutture di Shëngjin e Gjadër. Gli operatori lamentano cattiva gestione e licenziamenti improvvisi. A un anno dall’aggiudicazione dell'appalto, la prefettura di Roma e il gestore non hanno ancora firmato il contratto. Mentre il governo ha riavviato i trasferimenti nella massima opacità. La nostra inchiesta| Altreconomia
Il braccio operativo della cooperativa sociale romana è una Srl con l'equivalente di poco più di 10mila euro di capitale. Potrà svolgere diverse attività: dai luoghi di confinamento previsti dal protocollo Italia-Albania fino all'accoglienza di migranti stagionali (e non). Il rappresentante legale è Giuseppe Camillo Aceto che detiene il 25% delle quote. Sconosciuti gli altri soci. L'apertura delle strutture è più vicina| Altreconomia
Dal giugno 2024 almeno 50 lavoratori del porto albanese hanno perso il lavoro a causa dello spazio occupato dall'hotspot mentre a Gjadër gli abitanti assunti per svolgere lavori all'interno dell'hotspot e del Cpr si contano sulle dita di una mano. Le due cittadine pagano così un prezzo altissimo per l'accordo voluto dal Governo Meloni. Mentre la Corte di giustizia dell'Ue ne smonta in modo radicale il funzionamento. Il nostro reportage| Altreconomia